Primavera, Luna: “In giro per Verona respiri la voglia di Hellas. Lavoro per poter giocare un giorno al Bentegodi”
di Hellas Live
Pubblicato il : 2 Ottobre 2024 - 12:59
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Secondo appuntamento con 'Visti da vicino' il nuovo format dell’Hellas Verona, in cui i protagonisti saranno i giovani gialloblù della formazione Primavera allenata da mister Paolo Sammarco. Curiosità, aneddoti, vita personale e naturalmente tanto calcio saranno i temi principali di queste interviste. In questo episodio andremo a scoprire la vita, privata e sportiva, di uno dei volti nuovi della Primavera gialloblù: Agustin Luna. Agustin, sei uno dei nuovi arrivati nella Primavera dell'Hellas Verona. Come ti sei ambientato e quali sono state le tue prime impressioni quando sei arrivato in estate? “Sono arrivato a luglio e sono andato subito in ritiro con la Prima squadra, dove ho incontrato altri ragazzi della squadra Primavera come De Battisti e Nwanege. Lì ho trovato altri giocatori che vengono come me dal Sud America come Cruz e Mosquera, che mi hanno aiutato ad ambientarmi”. Com’è stato il ritiro il ritiro a Folgaria con la Prima squadra, che emozioni hai provato? “È stato bellissimo, molto emozionante. Per la prima volta ho potuto partecipare a un ritiro simile, e mi hanno colpito tantissimo tutti i tifosi presenti, ho firmato anche i miei primi autografi. Da quello che ho visto qui la gente sente tanto la squadra e vedere tutti quei tifosi mi ha davvero impressionato”. Tu hai giocato per la squadra della tua città, l’Atletico Rafaela, hai visto delle similitudini tra le due tifoserie? Sappiamo che in Argentina sono molto passionali con il calcio… “Sì, io ho giocato all’Atletico da quando avevo 4 anni fino ai 17, ed è sempre bello rappresentare la propria città, Rafaela nel mio caso. I tifosi in Argentina sono diversi, più ‘pazzi’ direi, ma qui mi ha impressionato come la gente vive il Verona. In giro per la città respiri il tifo per l’Hellas e le persone ti fermano per strada per chiederti delle foto o un autografo, e questo per me è bellissimo”. Come ti stai trovando, dopo quest’inizio di campionato, con la tua nuova squadra, dai compagni fino all’allenatore e allo staff? “Mi sto trovando benissimo con tutti, compagni e allenatore ma non solo, anche con tutto lo staff che ci aiuta ogni giorno e lavora con noi tutta la settimana per aiutarci a migliorare e che ringrazio per questo. Penso che in campionato abbiamo iniziato bene, ma dobbiamo ancora migliorare su alcuni aspetti, e con l’aiuto di tutti penso che riusciremo a farlo”. Quali sono le tue caratteristiche principali come giocatore e se ci puoi dire due tuoi punti di forza. “Sono un giocatore a cui piace naturalmente segnare, un attaccante che si trova bene dentro l’area di rigore ma non solo, mi piace anche arretrare per aiutare la squadra e legare il gioco. In questo momento mi trovo molto bene a giocare con Vermesan, che è un giocatore molto fisico, e io posso giocarli un po’ attorno. Due miei punti di forza sono il mio piede destro e direi anche il colpo di testa”. Mister Sammarco su cosa ti sta chiedendo di lavorare in particolare? “Il mister mi chiede di giocare più vicino a Vermesan in partita, così che possiamo aiutarci meglio e aumentare la nostra intesa”. Tu nasci come attaccante o da piccolo avevi un altro ruolo? “Io nasco come centrocampista difensivo, come mediano. Poi crescendo ho sempre avanzato il mio raggio d’azione e quando sono cresciuto anche di statura il mister della mia squadra mi ha messo in attacco”. C’è qualche giocatore dell’Hellas che ti ha colpito in particolare, anche in ritiro? “Mi ha colpito molto Serdar, per la sua cattiveria agonista, la sua determinazione nel lottare su ogni pallone e la sua voglia di dare tutto in ogni azione. Penso che lui sia un giocatore fortissimo. Invece quando ero piccolo e guardavo il calcio italiano mi ricordo che mi impressionò molto Iturbe, soprattutto quando vestiva la maglia del Verona. Qui ha fatto delle cose bellissime e soprattutto tanti gol”. Parlando del campionato di Primavera in corso, c’è qualche obiettivo di squadra, ma anche personale, che vuoi raggiungere? “Sicuramente l’obiettivo principale è quello di squadra, ovvero la salvezza e lotteremo ogni partita per raggiungerla, poi naturalmente cercheremo di arrivare più in alto possibile in classifica. Personalmente voglio aiutare la squadra a raggiungere questo obiettivo con tanti gol, e il mio sogno è ovviamente quello di poter essere convocato in Prima squadra per poter esordire. Quando sono entrato la prima volta al ‘Bentegodi’ mi ha colpito tantissimo, con tutti i suoi tifosi. Ho provato una sensazione strana, come una voglia incredibile di giocare lì dentro, e lavoro tutti i giorni per riuscirci”. La tua è una storia particolare, perché a 17 anni hai deciso di lasciare la tua città e il tuo paese per venire in Italia a giocare, com’è per un ragazzo della tua età compiere un salto del genere? “Io ho scelto di inseguire un sogno. Sono venuto qui con mio padre, e nessuno mi conosceva in Italia. È stato molto difficile lasciare in Argentina mia madre, i miei fratelli, i miei nonni e tutti i miei amici. Ma io sapevo che era un sacrificio necessario per inseguire il mio sogno, e lavoro ogni giorno per arrivare più in alto possibile”. Hai la doppia cittadinanza italo-argentina, hai un parente italiano? “Sì, il mio trisavolo era italiano, di un paesino vicino a Genova, per questo ho la cittadinanza italiana. Per me è bello sentirmi italiano, anche se il mio sogno resta la chiamata della Nazionale argentina”. In spogliatoio c’è qualcun altro che parla spagnolo come te, anche se tu comunque parli molto bene italiano. “No, non c’è nessun altro che parla spagnolo tranne il fisioterapista, Ema, perché lui è stato in Spagna. Io parlo italiano senza troppi problemi e anche inglese, anche se voglio migliorare molto il mio inglese e magari imparare anche il francese, per comunicare al meglio con i miei compagni. Infatti, mi piacerebbe fare qualche corso di lingua, anche perché la scuola l’ho già finita in Argentina; quindi, ora potrei studiare meglio le lingue”. Nelle partite della Primavera abbiamo notato che sugli spalti c’è sempre una bandiera argentina esposta, è per te? “Sì, è di mio papà. È lui che mi segue sempre quando può e gli piace portare la bandiera argentina per accompagnarmi. Già in ritiro l’aveva portata”. C’è qualche compagno con cui hai legato maggiormente? “Io mi sto trovando davvero bene con tutti, anche dal primo momento in ritiro quando c’erano De Battisti e Nwanege. Ma anche con Pavanati, Vapore, Casagrande e altri ragazzi, è davvero un bel gruppo il nostro”. Quando hai del tempo libero come ti piace passarlo? “Io spesso quando posso guardo tanto calcio. Mi piace molto seguire anche diversi campionati, naturalmente quello italiano, ma tanto anche quello argentino e poi anche il francese e lo spagnolo. Quando posso cerco di passare molto tempo con la mia famiglia, altrimenti mi piace anche guardare film o Serie TV, l’ultima che ho visto che mi è piaciuta tanto è quella sulla storia di Carlos Tevez, si intitola ‘Apache’". C’è qualcosa che ti è piaciuto in particolare della città di Verona? “Il centro è tutto molto bello, con le sue porte antiche e poi l’Arena che è veramente bellissima. Da casa mia ho la fortuna di vedere Verona dall’alto ed è veramente unica". Hai qualche piatto tipico italiano o veronese che ti piace particolarmente? “Qui a Verona mi piace tantissimo il risotto, ma quando vivevo a Frosinone ho conosciuto la carbonara e devo dire che quello è il mio piatto preferito qui in Italia”. Invece, al contrario, sei riuscito tu a portare qualche piatto tipico, o qualche usanza argentina, nello spogliatoio? “Sì, io dentro lo spogliatoio bevo sempre il mate, che da noi in Argentina è davvero la normalità, e qualche compagno viene a chiedermelo perché gli piace. Invece a casa mio padre quando può prepara sempre qualche empanadas o l’asado che è il mio piatto argentino preferito”. Passando ora a qualche curiosità sulla squadra e suoi tuoi compagni, chi è per te il più veloce? “Credo che sulla velocità se la giochino in due: Philippe e Agbonifo. Sono tutti e due davvero veloci”. Invece il più tecnico? “Anche qui mi sento di fare due nomi: Pavanati e Devoti”. Chi è invece quello che, secondo te, ha il miglior tiro? “A me ha impressionato molto Scharner, l’ho visto tirare alcuni calci di punizione e mi ha colpito, ha un bel tiro”. Quando segni hai qualche esultanza in particolare? “Sì, quando faccio gol mi piace fare il segno della ‘V’ con la mano, che è una dedica alla mia ragazza. Un’altra esultanza che ho invece da quando giocavo in argentina è quella del telefono, infatti mi chiamavano Ring Ring Luna, in onore di un ex calciatore argentino, Gustavo Balvorin, che esultava in questo modo ed era chiamato, appunto, Ring Ring Balvorin". Tu sei anche il rigorista della squadra, hai qualche tecnica in particolare? “La mia tattica è quella di essere tranquillo, e guardare sempre il portiere, perché lui si deve muovere prima se vuole parare un tiro angolato. Quindi non ho una tecnica in particolare, ma credo che il segreto sia propria nella tranquillità”. C’è qualche tipo di musica in particolare che ti piace ascoltare? Invece che proprio non riesci ad ascoltare? “Ascolto tanta musica argentina, però la mia ragazza mi ha fatto scoprire anche la musica italiana, e insieme ascoltiamo specialmente Ultimo. Invece, non riesco ad ascoltare la musica trap italiana, a tanti miei compagni piace ma a me proprio no”. Per chiudere, la cosa che più ti ha colpito del mondo Hellas Verona? “La mentalità. Qui si impara a non mollare mai, a stare sempre concentrato in ogni momento, e poi questo tifo così forte in città, davvero unico”. Fonte: hellasverona.itCosa ne pensi?12
Brao butel, avanti così !
Questo El ga voia de arivar in alto!