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Che bello essere a Verona

di Hellas Live

Pubblicato il : 10 Ottobre 2014 - 18:59

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- Non so perché Mandorlini mi chiama Nene. Ci sono tanti modi per chiamarmi, a Cagliari ero Neno. Basta capirsi e per me va bene (ride, ndr). Il mio soprannome viene dalla nonna, non è andata a scuola e pronunciava facilmente il mio nome chiamandomi Nenè. Il mio passato? Per aiutare la mia famiglia, che era povera, ho fatto il controllore sugli autobus. Io avevo bisogno di soldi per vivere, così andavo a lavorare per non pesare economicamente sui miei genitori. Ho cominciato a 12 anni e ho continuato fino ai 17, a 18 anni ho iniziato a giocare a calcio - spiega - Quando sono arrivato a Verona tutti i compagni mi hanno accolto benissimo. Ho trovato un gruppo eccezionale, che vuole dare tutto dentro il campo. Questo si vede soprattutto nei momenti di difficoltà, solo così possiamo andare più lontano. Dove mi vedo in campo? Ho giocato in tanti modi, posso stare in coppia con Toni o con altri calciatori. L'importante è fare bene in allenamento, soprattutto la parte tattica. Io devo farmi trovare pronto per quando la squadra avrà bisogno di me. La mia prestazione a Roma? Non giocavo da un mese e mezzo, non era facile scendere in campo contro una squadra così forte. Mandorlini mi ha dato la tranquillità giusta per giocare, mi ha chiesto qualche movimento e l'ho eseguito. Quando vengo schierato mi sacrifico al 100% per la squadra. Mio figlio qui a Verona? Giocava nel Cagliari, ha 14 anni. Sto facendo tutti i documenti per farlo arrivare a Verona, vedremo se potrà rappresentare il futuro di questa società. La sfida contro il Milan? Sappiamo quanto forti sono, ma giochiamo in casa. Pensiamo a fare la nostra gara, se avremo la testa giusta potremmo anche vincere contro i rossoneri. Facciamo il nostro lavoro quotidianamente e giochiamo tranquilli. Dopo sei mesi che ero a Cagliari, c'è stato un contatto con il Milan. Loro erano interessati, Galliani ha parlato con Cellino ma il presidente ha voluto tenermi in Sardegna. Arrivavo dal Portogallo, un campionato diverso da quello italiano. L'opportunità di andare al Milan è quella che ti capita una sola volta nella vita, tutti vogliono giocare in una grande squadra, ma Cellino voleva tenermi a Cagliari e avevo un contratto da rispettare. Sono andato avanti. Il mio rapporto con l'allenatore? Urla tanto (ride, ndr), ma lo fa nel modo giusto. Siamo qua da 3 mesi e non possiamo sbagliare. Ci sono momenti in cui deve svegliare la squadra mentre ci alleniamo-. fonte: hellasverona.it
 
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